RUVO DI PUGLIA
Situato in provincia di Bari
nell'Alta Murgia caratterizzata dal tipico
territorio carsico costellato di grotte naturali, Ruvo
di Puglia fu anticamente un centro dei Peuceti.
Il suo nome deriva dal latino rupes che significa
roccia con richiamo alla natura del territorio appunto.
Il suo territorio venne abitato fin dal Paleolitico Medio
(60 mila anni fa) mentre in contrada Cortogiglio sono stati
rinvenuti resti di villaggi agricoli.
Abitata dagli Ausoni fin dall'Età
del Bronzo (II millennio a.C.) e poi dagli Japigi
(di provenienza greca, XII sec. a.C.) Rhyps conobbe
il suo massimo splendore tra il V
ed il III secolo quando ormai era entrata
nell'orbita economica delle città greche della Puglia
ed aveva forti scambi commerciali con Atene.
Di questo periodo sono stati rinvenuti molti reperti tra cui
alcuni pregiati vasi di produzione locale e monete a testimoniare
l'importanza del centro antico.
Annessa alla Repubblica di Roma dopo le guerre
con Pirro (272 a.C.) con il nome di Rubi,
divenendo in seguito municipio romano ed
importante stazione di sosta lungo la via Traiana.
Questo le permise di svilupparsi economicamente per tutta
la durata dell'epoca imperiale.
Le invasioni barbariche non la risparmiarono
e Ruvo di Puglia sembra che venne
distrutta dai Goti nel 463.
Passata dotto il dominio degli Ostrogoti
fino al 535, Ruvo divenne bizantina
nel 553 attraendo monaci basiliani in fuga
dalle persecuzioni iconoclaste operate dagli imperatori d'oriente
a partire dal VII secolo.
Al centro di una terra di scontro tra Longobardi
e Bizantini nei secoli VIII, IX e X, Ruvo
subì anche l'attacco ripetuto di Saraceni
(857) i quali dal IX secolo approdarono sulle
coste pugliesi dalla vicina Sicilia
e Calabria.
Nell'anno 1000 divenne sede vescovile.
Annessa dai Normanni al Regno di
Sicilia dal re Ruggero (1040) e
successivamente unita alla contea di Conversano
dal re Tancredi (1129), Ruvo divenne un feudo
venendo fortificato sotto gli Svevi di Federico
II (XIII sec.) il quale volle la costruzione
della Cattedrale.
A Ruvo i Templari possedevano una sede importante
nel XII e XIII secolo dalla quale partivano verso la Terra
Santa.
Dopo il 1269 il borgo passò, come
tutto il sud Italia, sotto la dominazione degli Angioini
che modificarono il castello normanno ed affidarono il feudo
ai De Colant i quali si distinsero per un pessimo governo.
Nel 1291 Ruvo passò a Roberto de Juriaco
e nel XIV secolo fu al centro dello scontro
tra la regina Giovanna I e Luigi d'Ungheria.
Il feudatario di Ruvo, Gazzone de Denysiaco, fu accusato della
morte del marito di Giovanna I, fratello del re Luigi d'Ungheria,
il quale venne in Italia per
vendicarne la morte impossessandosi del trono di Napoli. Nel
1348 la situazione si rovesciò e Giovanna,
tornata a Napoli,
reclamò il possesso delle sue terre pugliesi. Assediata
dal signore Roberto Sanseverino, fedele alla
regina, Ruvo dovette cedere e tornare nei possedimenti della
regina diventando più tardi feudo dei de Vrunfort,
degli Orsini del Balzo e degli spagnoli de Requenses (1499).
Nell'ambito dello scontro tra francesi e spagnoli
Ruvo fu conquistata dai primi ed assediata
dai secondi i quali la riconquistarono con Consalvo di Cordova
che riconsegnò la città ai Requenses.
Nel 1509 i Requenses vendettero il feudo
al cardinale Oliviero Carafa la cui famiglia
lo tenne fino all'abolizione della feudalità nel 1806.
Durante questo lungo periodo s'insediarono in città
nuovi ordini religiosi i quali edificarono
nuove sedi per il culto: il Convento di San Domenico (1560)
e dei Cappuccini (1607).
Una pestilenza fece quasi scomparire la cittadinanza (1656)
Dopo la breve esperienza repubblicana francese di Napoli (1806-1815)
Ruvo e tutta la Puglia confluirono
nel Regno delle Due Sicilie sotto i Borboni.
I cittadini di Ruvo di Puglia parteciparono attivamente all'esperienze
rivoluzionarie del 1799, del 1821 aprendo una rivendita
carbonara (Perfetta fedeltà, 1816), del 1848
e del 1860 le quali portarono all'unificazione del Regno
d'Italia proclamata il 17 marzo 1861.
In città i massimi monumenti sono la Cattedrale
romanica con bel portale, magnifico rosone e ipogeo con pavimento
a mosaico di epoca romana al suo interno. La chiesa
dell’Annunziata (1377), il Castello
ed il Fondo Marasco completano la visita alla Ruvo medievale.
Della città romana si possono ammirare
una cisterna (Grotta di San Cleto), una lapide
dedicata all'Imperatore Marco Antonio Gordiano Pio (225-244),
incastonata nella Torre dell'Orologio (1604) ed il Museo
Jatta, dove sono conservati importanti vasi attici
ed altri di produzione locale d'epoca ellenistica.
Impossibili elencare tutti i monumenti rinascimentali e barocchi
sia civili che religiosi ma ricordiamo Palazzo Spada (XVI
sec.) e la Chiesa di S. Domenico (1560).
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