ROMA
Caduta sotto la tutela dei
duchi di Spoleto, intervenuti a difesa della città
dopo le incursioni saracene (846), Roma fu travagliata da
continue lotte tra nobiltà e clero (sec. IX-X). Tuttavia,
nonostante i tentativi imperiali, l’aristocrazia cittadina
continuò la lotta per l’egemonia politica che
la portò a dividersi tra papato e impero durante la
lotta per le investiture.
Occupata da Enrico IV (1084) che
dovette subito abbandonarla per l’arrivo dei normanni
di Roberto il Guiscardo, fu da questi saccheggiata, mentre
il popolo che si opponeva fu massacrato e deportato. Nuovamente
in preda alle lotte nobiliari, dopo l’esperimento comunale
di Arnaldo da Brescia (1144-55), la città tornò
nelle mani del pontefice (1188). Ripresasi sotto Innocenzo
III (1198-1216), conobbe un periodo di particolare splendore
culturale ed economico con il giubileo del 1300 (il primo
della storia della chiesa) promosso da Bonifacio VIII. Ma
lotte politiche e decadenza ricominciarono con la cattività
avignonese (1309-77) nonostante gli sforzi di Cola di Rienzo
(1347; 1353-54) di restaurare l’ordine riconducendo
la città sotto la protezione dell’impero. La
peste del 1348 e il terremoto del 1349 la devastarono e la
spopolarono sino agli inizi del sec. XV. Dopo il ritorno del
pontefice Gregorio XI da Avignone la città cominciò
ad assumere il ruolo di capitale dello Stato della Chiesa
sotto Martino V.
Nonostante il sacco dei lanzichenecchi imperiali (1527), la
ripresa del sec. XVI la trasformò in uno dei maggiori
centri artistici e culturali del mondo, mentre l’autorità
papale si consolidò dopo il concilio di Trento (1545-63)
e l’avvento della controriforma. Al soglio pontificio
si succedettero ordinatamente i membri delle potenti aristocrazie
cittadine, mentre i territori dello stato si ampliavano con
l’acquisizione di Ferrara (1598) e Urbino (1631).
La prosperità e l’equilibrio si protrassero,
a parte una breve parentesi durante la guerra di successione
spagnola (1701-14), sino all’occupazione francese del
1808, seguita ai tentativi di rivolta dei giacobini locali.
Tornata al papa, fu rioccupata dai francesi (1809) che tentarono
di riorganizzare l’amministrazione e le attività
economiche, mentre papa Pio VII fu costretto all’esilio
a Savona. Dopo la caduta di Napoleone (1814) e la restaurazione
(1815), si costituirono le prime associazioni carbonare, attive
sia in città che nelle legazioni. Nel 1849, dopo la
fuga di Pio IX a Gaeta, G. Mazzini costituì la Repubblica
Romana, caduta per l’intervento dell’esercito
francese. La protezione francese ritardò l’occupazione
di Roma e la sua annessione al nuovo Regno d’Italia.
Dopo i tentativi garibaldini dell’Aspromonte (1862)
e Mentana (1867), fu presa dalle truppe italiane il 20.9.1870
(breccia di porta Pia), divenendo capitale effettiva (nel
1861 era stata proclamata capitale simbolica). Nel 1871 la
corte si trasferì nella residenza del Quirinale.
Negli anni tra la fine del sec. XIX e l’inizio del XX
si determinò un rapidissimo sviluppo della città,
caratterizzato da un’intensa speculazione edilizia,
contenuta solo nella breve esperienza della giunta guidata
da E. Nathan (1907-13) che introdusse il piano regolatore.
Dopo la 1ª guerra mondiale, fu al centro della prova
di forza dei fascisti (marcia su Roma, 28.10.1922) che portò
B. Mussolini al potere. Durante il regime fascista la città
subì imponenti sventramenti voluti per celebrare la
capitale dell’impero. Durante la 2ª guerra mondiale,
la città fu occupata dai tedeschi (settembre 1943),
e successivamente liberata (4.6.1944). Nel dopoguerra il fenomeno
dell’inurbamento da vaste aree dell’Italia centro-meridionale
si accentuò e fu accompagnato da una dissennata politica
urbanistica seguita dalle amministrazioni locali.
|