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PADOVA
Padova è
protagonista della storia veneta sin dall’antichità.
Era un importante centro già al tempo dei romani –
nel 59 a.C. qui nacque lo storico Tito Livio
– come testimoniano i resti di un’Arena. Nel periodo
comunale la storia della città fu particolarmente turbinosa
– ma pur sempre importante per la cristianità
in quanto S. Antonio detto appunto da Padova,
ma in effetti originario di Lisbona, passò qui gli
ultimi suoi anni – per poi sfociare in un periodo di
grande sviluppo culturale ed artistico sotto la signoria dei
Carraresi dal 1318 al 1405 grazie alla presenza
di insigni studiosi ed artisti richiamati anche dall’Università
attiva già dal 1222.
Nel periodo dei Carraresi la città vede sorgere alcuni
dei suoi monumenti più famosi: il Palazzo della
Ragione, la Basilica di S. Antonio,
la Chiesa degli Eremitani, la Cappella
degli Scrovegni con gli affreschi di Giotto quasi
anticipando il ruolo che avrà Firenze nel 1400.
Nel
1405 Padova passa sotto il dominio di Venezia pur continuando
a svolgere un ruolo autonomo nella cultura e nell’arte
anche grazie alla presenza di artisti come Mantegna e Donatello.
Nonostante tutto questo la città non ha mai assunto
un aspetto monumentale e il suo tracciato urbano è
assai irregolare, alternando larghe piazze a piccole vie porticate
e pittoresche, specie nella zona del vecchio ghetto, oggi
restaurata e vivace centro di gallerie d’arte, botteghe
antiquarie e caffetterie.
Oggi la vita della città è caratterizzata dal
turismo, dagli eventi culturali, dall’Università
e della famosa Fiera Campionaria che con
le sue attività lungo tutto l’anno e con i suoi
padiglioni sempre in espansione è diventata uno dei
poli economici più importanti del nord di’Italia.
Un percorso nella città dovrebbe iniziare dalla Chiesa
degli Eremitani che risale al 1276/1306 ed ha forme
romanico/gotiche; l’interno è sontuoso a navata
unica con soffitto in legno a carena di nave. La chiesa non
solo è un pantheon dell’antica società
patavina ma è un simbolo stesso della città
essendo stata distrutta dai rovinosi bombardamenti dell’
11 marzo 1944: testimonianza di questa distruzione e poi della
ricostruzione sono i resti ricomposti degli affreschi di Andrea
Mantegna nella Cappella Ovetari.
Di fianco alla chiesa sorge la Cappella degli Scrovegni
– dal cognome della famiglia committente – lo
scrigno del capolavoro di Giotto: i 38 riquadri
con storie di Maria e Gesù e il grande Giudizio
Universale dipinti fra il 1303 e il 1305 che rappresentano
la nascita della moderna pittura italiana, con caratteristiche
prospettiche, di colore e di caratterizzazione dei personaggi
che già sembrano anticipare l’umanesimo.
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