MUSEI
DI SIENA
Palazzo Pubblico:
con la sua mole articolata che segue la curvatura della piazza,
è uno dei due fulcri urbanistici – l’altro
è il Duomo – di Siena. La sua costruzione venne
decisa a metà del Duecento e proseguì per fasi
alterne fino al 1327 (in effetti alcune parti vennero aggiunte
nel ‘600, ma si confondono alla perfezione con quelle
originali). Il Palazzo Pubblico è visitabile praticamente
in tutti i suoi spazi: dai sotterranei spesso adibiti a mostre
temporanee, alle sale maggiori del piano nobile ricche di
mirabili affreschi, ai camminamenti del livello superiore
fino alla sommità della torre civica, detta Torre del
Mangia. All’interno vi è la sede del Museo
Civico, con accesso dalla Piazza: attraversato il
Cortile del Podestà si raggiunge il primo piano e si
effettua la visita in senso cronologico partendo dalle sale
con gli affreschi del XIV secolo (Simone Martini, Ambrogio
Lorenzetti, Duccio da Buoninsegna) per arrivare alle sale
dedicate al Risorgimento Italiano.
Palazzo Chigi-Saracini:
si impone con la sua grandiosa mole trecentesca, frutto di
successive annessioni, lungo Via di Città, la strada
che dal centro porta verso il Duomo. È sede della prestigiosa
Accademia Musicale Chigiana. All’interno è ospitata
la Galleria ricca di pregevoli opere d’arte senese del
Medioevo e del Rinascimento.
Museo dell’Opera Metropolitana:
è sistemato nelle prime tre campate della navata destra
del Duomo Nuovo (ossia ciò che resta del tentativo
medievale di ingrandire all’inverosimile la già
possente mole del Duomo originario l quale sarebbe così
diventato semplicemente il transetto di una gigantesca chiesa).
Il Museo, prevalentemente conserva opere d’arte e oggetti
rimossi dal Duomo per motivi conservativi. Ci sono capolavori
scultorei di Giovanni Pisano (gli orignali delle statue progettate
per la facciata) e pittorici di Duccio da Buoninsegna (con
il capolavoro assoluto della grande Maestà: la pala
per l’altare maggiore del Duomo), nonché opere
di Pietro Lorenzetti e di altri autori senesi.
‘Spedale di Santa Maria della Scala:
questo immenso complesso architettonico e di fronte al Duomo;
il nome deriva da una dizione medievale che lo definiva “davanti
alla scalinata del Duomo”. Suscita un interesse straordinario
sia per la complessità architettonica (ambienti del
Duecento che si intrecciano con altri del Quattrocento) che
per la qualità di alcuni affreschi decorativi e prospettici
che adornano alcune delle sale. Ma la struttura è notevole
anche per il restauro recente che l’ha resa praticabile
come sede espositiva: un restauro d’eccezione che ha
saputo coniugare l’inserimento delle strutture moderne
nella complessità architettonica esistente. Oltre alle
sale affrescate e a quelle adibite alle esposizioni, il complesso
ospita anche il Museo Archeologico cittadino
con importantissimi reperti di epoca etrusca.
Pinacoteca Nazionale:
in via San Pietro, occupa gli spazi di due palazzi, Palazzo
Buonsignori e Palazzo Brigidi (detto dei Pannocchieschi).
È una tappa fondamentale per la conoscenza della pittura
senese dalla fine del XII alla prima metà del XVII
secolo. L’ordinamento è cronologico e i quadri
sono distribuiti per scuole e correnti pittoriche. Tutti i
maggiori autori sono qui rappresentati: Duccio, Simone Martini,
i Lorenzetti, Andrea di Bartolo, il Sassetta, fino al ‘500
e a Domenico Beccafumi.
Palazzo Piccolomini:
in via Banchi di Sotto, nel cuore medievale della città.
L’edificio è comunque rinascimentale, la sua
costruzione iniziò nel 1469. al suo interno ha oggi
sede l’Archivio di Stato ma anche la prestigiosa Raccolta
delle Tavolette di Biccherna: si tratta delle copertine degli
antichi libri delle amministrazioni finanziarie cittadine.
Le magistrature, ogni sei mesi alla fine della gestione, facevano
dipingere sulla copertina di legno del libro del loro tempo,
gli stemmi dei componenti della magistratura stessa e una
scena sacra o simbolica collegata all’avvenimento storico
più importante di quel determinato periodo. L’usanza
si protrasse dal 1258 al 1682 e le tavolette sono tutte datate.
Tra gli autori di queste opere si sono alternati i maggiori
esponenti della pittura senese.
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